Francesco Andresciani - Blender Foundation Certified Trainer

Python – Appunti di studio 3 – Lo Zen di Python

In BlenderClick on 8 Marzo 2015 at 01:05

tronco1680

La volta scorsa abbiamo parlato dei blocchi di codice nidificati. Vi ho proposto un semplice esercizio che SICURAMENTE avrete svolto con estrema diligenza.

L’esercizio vi chiedeva di provare ad utilizzare un diverso numero di spazi o la tabulazione per creare le indentazioni nel codice per farvi capire che così facendo sareste incorsi in errore. Questo perché in Python le indentazioni non sono una questione di stile, ma sono un vero e proprio requisito.

Quello che invece non è un vero e proprio requisito, ma fa parte della filosofia di questo splendido linguaggio sono le 19 regole dello Zen di Python, scritte nell’ormai lontano 1999 da Tim Peters e che qui riporto tradotte in italiano:

  1. Bello è meglio che brutto.
  2. Esplicito è meglio di implicito.
  3. Semplice è meglio che complesso.
  4. Complesso è meglio di complicato.
  5. Lineare è meglio che nidificato.
  6. Sparso è meglio di denso.
  7. La leggibilità conta.
  8. I casi speciali non sono abbastanza speciali per infrangere le regole.
  9. Anche se la praticità batte la purezza.
  10. Gli errori non dovrebbero mai essere ignorati.
  11. A meno che non vengano esplicitamente messi a tacere.
  12. In caso di ambiguità, rifiuta la tentazione di indovinare.
  13. Ci dovrebbe essere un modo ovvio, e preferibilmente uno solo, di fare le cose.
  14. Anche se questo modo potrebbe non essere ovvio da subito, a meno che non siate olandesi.
  15. Ora è meglio che mai.
  16. Sebbene mai sia spesso meglio che proprio adesso.
  17. Se l’implementazione è difficile da spiegare, l’idea è pessima.
  18. Se l’implementazione facile da spiegare, idea può essere buona.
  19. I namespace sono una grandissima idea, usiamoli il più possibile!

Esercizio: imparare a memoria quanto sopra!

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